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| Gli scandali e le crisi finanziarie: non bastano le regole e gli incentivi |
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Inviato da: SilvioPassalacqua - 24-11-2007, 04:48 PM - Forum: OFF-TOPIC
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Non ? passato molto tempo dal crac della Parmalat e della Enron che nuovi gravi problemi stanno attraversando il mondo della finanza. In Italia i membri del consiglio d?amministrazione di un primario istituto di credito sono stati multati dalla CONSOB per aver venduto strumenti di finanza derivata ad imprese ed amministrazioni locali senza la dovuta informazione.
Come ? noto i derivati hanno due funzioni: quella di assicurazione da rischi finanziari (hedging) e quella di scommessa sulla dinamica di qualche variabile economica (speculation). Insomma in una compravendita di strumenti di finanza derivata si realizza uno scambio di rischio tra due soggetti dove, in molti casi, un individuo che vuole assicurarsi da un rischio paga qualcosa per chiedere ad un altro di assumersi il rischio in questione.
Il problema nell?episodio sopra citato ? che gli intermediari che hanno venduto lo strumento di finanza derivata hanno fatto capire a chi lo acquistava che la sua posizione era quella di chi si assicurava dal rischio mentre le cose non stavano propriamente cos? e, al cambiare dello scenario economico, l?acquirente si ? trovato con forti passivi.
Dall?altra parte dell?oceano scoppia lo scandalo dei mutui subprime. Anche qui le buone intenzioni non bastano. I mutui subprime sono strumenti finanziari con i quali le banche hanno potuto concedere mutui ipotecari a persone poco abbienti garantendo gli stessi con il valore della parte di immobile acquistato non gravata dal mutuo.
Con il successo del microcredito abbiamo imparato che una nuova dimensione meritoria d?impegno degli istituti creditizi ? quello del prestito ai non bancabili. La crisi dei mutui subprime ci ha insegnato che il valore etico di quest?iniziativa non consente nella semplice erogazione di un credito ma nell?assicurarsi che chi lo riceve abbia la possibilit? di ripagarlo. Pertanto c?? un?enorme differenza tra il gioco d?azzardo di chi sa che la solvibilit? del mutuo (subprime) erogato ? fondata su una scommessa molto rischiosa (la previsione che i prezzi delle case, nonostante la bolla speculativa creatasi, sarebbero continuati a crescere) e chi (come le istituzioni di microfinanza di successo) presta ad individui sulla soglia di povert? costruendo reti di prossimit?, facendo attivit? di formazione e di monitoraggio costante dei progetti ed ottenendo come risultato un tasso di sofferenze sul totale dei prestiti erogati attorno al 2-3 percento (inferiore alla media di sistema per i prestiti tradizionali).
Il fatto grave ? che una crisi o uno scandalo finanziario ? un ?male pubblico?, ovvero un evento che genera una crisi di fiducia generalizzata con ripercussioni negative anche su istituti di credito non responsabili dell?evento stesso. Le banche lo sanno bene e stanno cercando di recuperare terreno sottolineando il loro impegno in termini di responsabilit? sociale con campagne ed iniziative ma, inevitabilmente, ogni nuovo fatto negativo, vanifica gli sforzi prestati. E la mancanza di fiducia incide negativamente sulla performance stessa degli intermediari finanziari (non solo in forme clamorose le code agli sportelli della Nortern Rock per ritirare i risparmi ma anche, in forma meno eclatante, con il ridotto successo del secondo pilastro della previdenza e con la limitata adesione ai fondi pensione).
Una seria inversione di rotta e il ristabilimento di un grado di fiducia accettabile nel sistema bancario non avver? se non si riconosce che alla radice del problema ci sono due difetti fondamentali.
Il primo ? che la causa profonda degli scandali e delle crisi ? iscritta nella priorit? di valori delle banche stesse. Il focus sulla massimizzazione dei profitti (i profitti sono un valore importante ma non possono essere in cima alla scala quando entrano in contrasto con il bene della persona), vincolo insormontabile per gli istituti quotati, subordina la soddisfazione di ogni altro portatore d?interesse (i clienti, i dipendenti, le comunit? locali, ecc.) a quello degli azionisti. E la pressione cui sono sottoposti i quadri bancari nella realizzazione degli obiettivi di crescita di breve finisce per creare conflitti d?interesse con i clienti che sono all?origine delle crisi (se, come dipendente bancario, devo assolutamente raggiungere gli obiettivi quantitativi prefissati posso chiudere un occhio di fronte al fatto che, per migliorare il bilancio di una banca, vendo prodotti molto rischiosi ai clienti).
Il secondo ? l?illusione secondo la quale basta trovare le regole giuste per superare conflitti d?interesse e comportamenti opportunistici. Un sottoprodotto di questo secondo difetto ? l?idea che pagando di pi? e legando una quota di remunerazione alla performance si garantisca l?allineamento dei manager e dei dipendenti all?interesse dell?azienda (ancora purtroppo quello angusto e limitato degli azionisti). Quando numerosi studi scientifici (e la storia di crac come quelli della Enron) dimostrano ormai che salari eccessivi distruggono le motivazioni intrinseche e la moralit? dei manager e che incentivi alla performance fondati su criteri quantitativi (come le stock option legate alla crescita del valore delle azioni) sono un potente incentivo alla manipolazione degli indicatori su cui il premio di performance ? parametrato.
Se non si rimuovono questi due difetti fondamentali i problemi continueranno. Dobbiamo tornare a puntare anche sui valori delle persone e delle istituzioni senza i quali la qualit? delle regole rappresenta un surrogato insufficiente.
La nascita di nuove istituzioni finanziarie con scale di priorit? diverse, esplicitamente definite nella governance e nelle regole di tali istituti (i microcrediti le banche etiche), sono un segno di speranza. Se i risparmiatori si accorgessero (per i motivi spiegati sopra) che queste istituzioni sono anche intrinsecamente pi? sicure oltre che maggiormente orientate al bene comune potrebbero dare un?importante mano alla diffusione di un sistema finanziario diverso in grado di orientare le enormi risorse a disposizione al servizio della persona.
Autore : Leonardo Becchetti - 05/11/2007
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| Rileggere il fenomeno migratorio. L'eredit? di Giorgio la Pira |
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Inviato da: SilvioPassalacqua - 24-11-2007, 04:41 PM - Forum: Università
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A trent'anni dalla morte del Sindaco Santo, oggi diventa doveroso reimpostare il dibattito su accoglienza e sicurezza, facendo tesoro del suo insegnamento.
Spes contra spem! Con questo motto Giorgio La Pira era solito affrontare chi opponeva il crudo realismo della cronaca alla sua capacit? di allargare la contemplazione all?orizzonte pi? vasto della storia. Lui che, seduto sulla sedia del sindaco o su quella del deputato, o scrivendo a Togliatti o alle claustrali a fatica riusciva a stare chiuso in un ruolo determinato, sentendosi sempre spinto oltre una soglia che lo portava al di l? degli schemi e delle deleghe, fino a raccogliere, quasi in un unico grande abbraccio epistolare, persone, popoli e storie completamente diverse.
Spes contra spem era, appunto, il suo motto. La capacit? ostinata, cio?, di contrapporre la speranza di una doverosa riscossa, di una legittima liberazione dell?umanit? ai tanti distinguo di una prudenza che scivola nella pavidit?. Cos? la volont? di garantire il lavoro ai suoi concittadini licenziati dalla Pignone lo ?costringeva? a marciare senza indugi contro le perplessit? dettate dall?analisi economica dell?amico Fanfani, o la capacit? profetica di leggere i segni dei tempi rendeva in lui urgente scrivere al Papa per raccomandare alle commissioni preparatorie del Concilio Vaticanio II di non escludere i rappresentanti musulmani dalla lista degli osservatori invitati all?assise.
Una vocazione di metodo e di contenuto, insomma, un tratto unico di caparbia affermazione della dignit? di ogni uomo che attraversa tutto il suo pensiero; da deputato, da sindaco, finanche da professore.
In questi giorni in cui si ? celebrato il trentesimo anniversario della sua morte (avvenuta il 5 novembre 1977) la sua lezione ? apparsa ancora una volta attuale come non mai. Mentre la comunit? fiorentina ?riaccoglieva? le sue spoglie nella Chiesa di San Marco, il Paese veniva scosso dall?ennesima brutalit? legata all?immigrazione e dalla bestiale assurdit? di chi invoca la ?giustizia? sommaria delle ronde.
Cosa avrebbe fatto La Pira, cosa avrebbe detto, con chi si sarebbe schierato? In molti ce lo siamo chiesto, quasi invocando un suggerimento, un consiglio da chi, a suo tempo, seppe fare scelte coraggiose e scomode. Ma la questione, forse, ? mal posta.
Se l?eredit? del Professore ha un senso, infatti, non sta tanto nel chiederci cosa avrebbe fatto lui se ci fosse stato ancora, piuttosto sta nel domandarci cosa compete fare a noi, che ci siamo, partendo dai medesimi presupposti valoriali che guidarono la sua riflessione e la sua azione.
Reimpostare il dibattito su accoglienza e sicurezza, pertanto, facendo tesoro dell?esempio del Sindaco Santo, vuol dire trovare l?onest? di far chiarezza tra i sentimenti facili della rabbia o del pietismo per costruire quell?equilibrio tra forze su cui si regge l?affermazione incondizionata della dignit? della persona; prima e oltre il suo essere vittima o carnefice, emigrante o immigrato.
E? un equilibrio fragile, ma ? l?unico su cui possa reggersi qualunque societ? che abbia la pretesa di considerarsi una civilt?. Lo ha ricordato qualche domenica fa Benedetto XVI individuando con poche, ma incisive espressioni il nocciolo della questione: la complessit? della realt? attuale, l?orizzonte valoriale della civilt?, il ministero della politica.
Auspico, inoltre, che le relazioni tra popolazioni migranti e popolazioni locali avvengano nello spirito di quell?alta civilt? morale che ? frutto dei valori spirituali e culturali di ogni popolo e Paese. Chi ? preposto alla sicurezza e all?accoglienza sappia far uso dei mezzi atti a garantire i diritti e i doveri che sono alla base di ogni vera convivenza e incontro tra i popoli. (Bendetto XVI . Angelus del 4 Novembre 2007).
Il Magistero della Chiesa su questi temi, peraltro, ? costante e nulla c?? da aggiungere all?insegnamento dei Padri, dei Dottori e dei Pontefici, compendiato nei documenti del Vaticano II. La ?Gaudium et spes? al paragrafo 69 sancisce: ?Deus terram cum omnibus quae in ea continentur in usum universorum hominum et populorum destinavit, ita ut bona creata aequa ratione ad omnes affluere debeant, iustitia duce, caritate comite?. In questo essere della terra e dei suoi beni necessariamente e naturalmente destinati a tutti gli uomini ed a tutti i popoli sta la ragione (giusta, equa) dell?accoglienza e della condivisione.
L?incontro tra popolazioni locali e popoli migranti non pu? mai essere il frutto di una concessione degli uni agli altri, ma ? sempre la conseguenza di chi cerca per la propria gente, per la propria famiglia e per s? ci? che, aequa ratione, gli ? destinato in virt? della propria dignit? di uomo.
In questo scenario nitido, allora, deve ricollocarsi il fenomeno migratorio che, come in altre epoche, caratterizza anche la nostra fase storica. E la chiarezza di questo messaggio deve aiutarci a distinguere il tutto, dal poco di chi, con una gravissima responsabilit? individuale, trasforma un diritto in un?occasione di sopruso, di violenza e di illegalit?.
Nell?immagine della ?giustizia che guida? e della ?carit? che accompagna?, infine, sono espressi non solo lo stile e il metodo di chi si pone il problema dell?equa redistribuzione dei beni, delle risorse e delle opportunit? di vita, ma soprattutto i parametri che devono guidare la coscienza e il comportamento dei singoli e delle Autorit?. Nello sforzo costante di praticare e di garantire queste due virt?, infatti, sta il mandato cristiano di coloro che sono chiamati a garantire i diritti e i doveri posti alla base della convivenza e dell?incontro tra popoli. Il contenuto della ?sicurezza? ? tutto qui. Garantire la sicurezza altro non pu? voler dire che vigilare sul permanere delle condizioni oggettive, quotidiane in cui una comunit? possa vivere secondo il vincolo della solidariet?. Vincolo che la Costituzione italiana definisce ?dovere inderogabile? ponendolo a fondamento dei consociati. Se la ?sicurezza? perdesse questo connotato di presupposto oggettivo dei rapporti, dei diritti e dei doveri e diventasse rivendicazione dell?una o dell?altra categoria sociale, di un gruppo economico o di una parte politica, se perdesse la sua fisiologica trasparenza per tingersi delle sfumature di una sola delle parti rischierebbe di trasformarsi in uno strumento sbilanciato e limitato, incapace di rimanere sensibile alle preordinate esigenze della giustizia e della carit?.
La sicurezza, insomma, deve essere la possibilit? e la libert? di godere di ci? che abbiamo, adoperandosi con carit? e giustizia per l?affermazione della dignit? di ogni persona ed il progresso di ogni popolo. Soltanto salvaguardando questo principio senza cedere alle tentazioni della paura contribuiremo ad affermare la vera Speranza contro le false rivendicazioni delle parti. Contribuiremo a sostituire al bene di alcuni il bene comune.
Autore : Francesco Spano - 22/11/2007
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| I giovani non sono "tutti" invisibili |
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Inviato da: SilvioPassalacqua - 24-11-2007, 04:38 PM - Forum: secondo me...
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Dal sondaggio sul rapporto dei giovani con la politica pubblicato recentemente da ?Famiglia Cristiana?, emergono alcuni dati che, credo, valga la pena sottolineare. Il 40 per cento dei giovani intervistati afferma di interessarsi molto o abbastanza alle vicende politiche in generale.
Un dato tutt?altro che scontato, visti i fiumi d?inchiostro versati per dimostrare il disinteresse e l??invisibilit?? delle giovani generazioni italiane. D?altronde, che i giovani cerchino di capire, di trovare il ?bandolo della matassa? nell?immenso bailamme politico di questi ultimi mesi, mi pare cosa meritoria, se non addirittura eroica. La spiegazione di questo atteggiamento ? in fondo abbastanza semplice: in gioco, in un modo o nell?altro, c??, non tanto il loro presente, quanto il loro futuro, e i giovani rispetto a questo non possono non essere sensibili. Il fatto che si interessino di politica per? non vuol dire che abbiano un buon giudizio dell?operato dei politici italiani. Tutt?altro. Il 90 per cento dei giovani intervistati ha poca o per nulla fiducia in loro. Dicono che si fanno i loro interessi e che hanno troppi privilegi. A dire il vero in questo caso le risposte seguono dei clich? che sempre accompagnano chi ricopre posti di potere. E? significativo per? che la totale sfiducia verso i politici sia cos? alta. Ancora una volta si registra una profonda incapacit? della politica ad intercettare i bisogni dei cittadini e, in questo caso, dei cittadini giovani. Giovani che ancora vedono nel lavoro e nella famiglia i valori pi? importanti che la politica dovrebbe tutelare, i valori oggi pi? a rischio, pi? difficili da salvaguardare. Sotto i bombardamenti di una societ? che pi? che ad unire pensa a disgregare e a rendere tutto traballante ed insicuro, ritenere centrali valori come questi ? una sfida che ci restituisce un ritratto inedito, forse dimenticato, dei giovani italiani.
Guardare il bicchiere mezzo pieno per?, quel 40 per cento di temerari che si inoltrano quotidianamente nella selva dell?informazione politica, non ci deve far dimenticare che pi? della met? dei giovani prova disinteresse, e si potrebbero usare termini ben pi? forti, per tutto ci? che ? politico. Vi sono giovani che non aprono un giornale, che leggono pochissimo, che, anche se iperconnessi alla ?rete?, vivono completamente scollegati dai luoghi della comunit? in cui si prendono le decisioni, in cui si dovrebbe lavorare per il ?Bene Comune? del Paese.
Questi giovani certo dovrebbero cambiare. Per far questo per? non possono non essere aiutati. E forse, se la politica oggi riuscisse a trasmettere una testimonianza sincera di servizio e di impegno nella realizzazione del bene della comunit?, molte persone, compreso quel 60 per cento di giovani disinteressati, un quotidiano ogni tanto lo comprerebbero.
Autore : Cristian Carrara - 23/11/2007
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| Harry Potter: quiz su Internet, si vince ruolo nel film |
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Inviato da: SilvioPassalacqua - 24-11-2007, 04:28 PM - Forum: Umorismo e Barzellette
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Su Msn in palio partecipazione a scena Principe mezzosangue
(ANSA) - LONDRA, 23 NOV - I numerosi fan di Harry Potter faranno a gara su Internet per vincere un ruolo di comparsa nel prossimo film del maghetto di Hogwarts. Sul sito MSN si chiedera' di rispondere a domande sulla saga della Rowling, con un diverso quesito pubblicato ogni settimana fino al prossimo 20 dicembre, data di chiusura del concorso. Il vincitore partecipera' a una scena di 'Harry Potter e il principe mezzosangue', sesto film della serie che si prevede in uscita nelle sale a novembre 2008.
quindi che dire... tutti i fans di harry potter e le fans Catenanuovesi... possono ambire a questo ruolo.. Auguri... e buona fortuna....
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| "Catenanuova" bei ricordi............ |
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Inviato da: SANTINO NUOVA ODISSEA - 06-11-2007, 02:15 PM - Forum: Musica
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Ciao a tutti,
se leggete il mio username, e non siete troppo giovani,
vi dovreste ricordare qualcosa...............
Non so se avete saputo della scomparsa a giugno, di Santino, il cantante della Nuova Odissea, gruppo musicale che ha avuto enorme successo tanti anni fa.
Con la vostra collaborazione e partecipazione, si potrebbe organizzare proprio a Catenanuova, un concerto in suo onore, un vero e proprio MEMORIA, con i componenti rimanenti della Nuova Odissea, e al posto di Santino prende posto Rary, la figlia di Santino, vostra compaesana, che sta avendo successo nel campo musicale.
Credo che sarebbe un'ottima iniziativa, e un piacere per le persone che si ricordano di lui.
Rispondete a questa discussione e fatemi sapere qualcosa.
Grazie a tutti per l'attenzione.
Saluti.
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| IL CAPO DEI CAPI, OLTRE LA FICTION |
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Inviato da: SilvioPassalacqua - 28-10-2007, 06:03 PM - Forum: secondo me...
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DETTO TRA NOI: IL CAPO DEI CAPI, OLTRE LA FICTION
Strage di Capaci (27/10/2007) - Tot? Riina ha visto il film sulla sua vita. Banalit? o beffa? Immaginiamo la scena: lui seduto in una sala del carcere dove ? rinchiuso, magari insieme con altri compagni di carcere, qualche guardia carceraria, forse qualche ?pezzo grosso? della direzione del carcere, lui, il Capo dei Capi, sar? entrato nella stanza scortato, avr? salutato con il suo classico sorriso stampato in faccia, si sar? seduto dove gli hanno indicato, messo comodo, avr? fatto silenzio per non disturbare la visione (da bravo ed educato spettatore, non come accade a volte al cinema quando qualcuno si mette a commentare il film e riceve puntualmente i rimproveri dagli altri), si saranno abbassate le luci e poi l?inizio del film! Ecco: ? qui che ci si chiede se si tratta di banalit? o di beffa perch? ci si domanda il motivo della partecipazione di Riina a quest?attivit? di cineforum. Forse perch? inserito in un programma educativo (e il cineforum, si sa, ? uno strumento in questo senso)? Forse perch? si ? voluto dimostrare che la sua vita con il film non ? pi? una cosa straordinaria, quindi si pu? esaurire in sei puntate? Forse perch? lui stesso ha chiesto di vederlo? La banalit? sarebbe ridurre tutto alla semplice visione di un film (non ? un film come gli altri); la beffa sarebbe usare il permesso di vedere il film e, quindi, la visione stessa per dimostrare a Riina che ormai ? innocuo, un detenuto come gli altri, lo Stato ha vinto perch? vince sempre contro la criminalit? d?ogni genere, il bene trionfa sul male e ha la forza di guardarlo in faccia. La fiction di Mediaset, tratta dall?omonimo libro-inchiesta di Giuseppe D?Avanzo e Attilio Bolzoni, ha richiesto l?impiego di due troupe, 150 persone e due registi. Comunque, per la prima volta in televisione ? arrivata la storia del boss di Corleone a partire dalla sua adolescenza fino alla cattura nel 1993. Ma cosa avr? pensato Riina durante la visione del film? Avr? assistito a braccia conserte, lo sguardo fisso, le labbra serrate? Immaginarlo ? facile, ma non ? semplice. Perch? c?? sempre quell?alone di mistero misto a rispetto per una figura che nel passato siciliano ha fatto tremare parecchia gente. Infatti, mentre si scrive, non si riesce a chiamarlo solo Tot?, ma al massimo Riina, anche se immaginarlo il protagonista di un film aiuta a umanizzarlo perch? la fiction avvicina il pubblico a realt? che nella vita di tutti i giorni sembrano cos? lontane. E quale sar? stato il commento dell?ex-boss alla fine della visione della prima puntata del film sulla sua vita? Cosa avr? pensato? Riflessioni, sensazioni, parole che a noi popolo non ? dato sapere, se le terr? dentro alla sua testa, la stessa testa che ha macchinato, organizzato, gestito la scena mafiosa a Corleone e in Sicilia, come un animatore di pupi siciliani. Gi? la sua cattura, avvenuta a Palermo il 15 gennaio 1993, pu? essere la sceneggiatura di un film. Ultimo e il ROS per catturare il capo di Cosa Nostra avevano cercato di ricostruire tutte le sue abitudini e tutti i legami conosciuti. Si era appreso, dalla lettura di un interrogatorio fatto molti anni prima dall'ex capo della squadra mobile di Palermo Bruno Contrada al pentito di mafia Leonardo Vitale, che nel 1973 fra la famiglia mafiosa della Noce e quella di un altro quartiere di Palermo era sorto un contenzioso su chi doveva trattenere i soldi del pizzo pagato da un imprenditore palermitano e Riina, chiamato a decidere, aveva sentenziato che il soldi andavano a "quelli della Noce perch? stanno nel mio cuore". Una traccia, questa, importantissima: il capitano Ultimo (lo pseudonimo preso da De Caprio nel corso delle indagini) cerc? di scoprire per quale motivo Riina avesse particolarmente a cuore quelli della Noce e si convinse che quel quartiere e quella famiglia mafiosa lo proteggevano. Dal settembre del '92 cominci? a battere a tappeto la zona, avvalendosi dei tabulati Telecom, Enel e della societ? palermitana del gas, monitorando la presenza nel quartiere della Noce di ogni eventuale indizio. Gli inquirenti arrivarono agli imprenditori Sansone, che altri pentiti avevano sostenuto fossero vicini a Riina, individuando in via Bernini 54, appunto alla Noce, alcune abitazioni a loro intestate, anche se i Sansone all'anagrafe risultavano residenti in altre parti di Palermo. Il 14 gennaio del '93 i carabinieri parcheggiarono sul posto un furgoncino, dotato di telecamere. La sera del 14 i video furono fatti visionare anche al pentito Baldassarre Di Maggio, l'unico "collaboratore di giustizia" allora in grado di riconoscere Riina.Di Maggio riconobbe Antonietta Bagarella, la moglie del boss, mentre usciva dal complesso residenziale di via Bernini. Alle sette del giorno dopo, il 15 gennaio, nascosto con i carabinieri dentro il furgone, Di Maggio riconobbe Riina. Gli investigatori e i magistrati decisero di agire lontani dal covo e, infatti, Riina fu catturato da Ultimo qualche ora dopo in una strada di Palermo. Questa la versione ufficiale della cattura di Tot? Riina, il Capo dei Capi, appunto. Ma il sospetto fu (e forse resta ancora oggi) che le cose non siano andate come raccontate. Il sospetto ? che in realt? Riina sia stato la contropatrtita di una lunga trattativa tra i carabinieri e la mafia siciliana. In altre parole Riina sarebbe stato "venduto". Noi ci fermiamo alla fiction in programma su Canale 5, di cui la seconda puntata andr? in onda gioved? prossimo. E i siciliani erano tutti seduti accanto a Riina in quella saletta del carcere di Pavia, questo ? certo. Corleone oggi vive una realt? diversa, naturalmente. Lo ha affermato a gran voce il sindaco, lo urlano i giovani corleonesi, lo hanno desiderato e lo desiderano i cittadini, ma anche tutti i siciliani, con e senza il tasco (o coppola). Il film in questione pu? piacere o meno al pubblico, magari qualcuno lontano dall?isola ?tuttasolemare? pu? storcere il muso per il dialetto forte, per i fatti negativi raccontati nella fiction, ma a noi brava gente di Sicilia interessa solo che il racconto non conosca omert?, che certe cose siano ricostruite e dette a tutti, usando la televisione come megafono, che la verit? percorra la sua strada senza temere di incontrare agguati o muri. La mafia fa meno paura, soprattutto ai giovani. Perch? ? cambiata la mentalit?, facendo cultura della legalit? e del coraggio delle proprie idee. Il messaggio positivo va colto da tutti, politici compresi. Ci sar? tra qualche anno anche una fiction su Bernardo Provenzano? Forse, perch? no? E, magari, i diritti d?autore per il film sulla vita di Tot? Riina e simili potrebbero andare alla vittime della mafia.
Nausica Zocco
si ringrazia img press
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| la storia di mister x |
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Inviato da: SilvioPassalacqua - 28-10-2007, 05:42 PM - Forum: Poesie e Racconti
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Si racconta che un giorno il signor X andava per mari e per monti
cercando lavoro e poi finalmente lo trovo... si innamor?...e si spos?...
Poi tutto cambi? e qualcosa di nuvo avvenne in quella strana citt?,
cambiarono le cose, divenne tutto pi? trasparente e nessuno si permetteva
di fare del male agli innocenti e ognuno faceva le cose solo per farle...
MA QUANDO SUCCESSE QUESTO ERA GI? MORTO... ERA IN PARADISO....
NON AVEVA CAPITO CHE LA VITA TERRENA E' TROPPO BREVE PER RINCORRERE UNA EFFIMERA FELICITA' CHE E' DESTINATA A SVANIRE.
DAI MISTERX continua... fregatene la vita continua dopo la morte restano le idee e la gente che vale non dimentica il bene che gli hai fatto...
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| All'asta la presunta automobile di Padre Pio |
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Inviato da: SilvioPassalacqua - 28-10-2007, 05:28 PM - Forum: Voce al cittadino
- Nessuna risposta
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In vendita la Mercedes che alcuni ritengono appartenuta a Padre Pio.
E' stata battuta all'asta da Coys a Padova in questi giorni .
Secondo le stime dovrebbe superare la quotazione di un milione di euro.
dalle informazioni ufficiose ? stata chiusa l'asta perch? le offerte non hanno raggiunto la cifra richiesta.
Da ricordare che la macchina ? stata rimessa a nuovo, poich? abbandonata in un pollaio, acquistata da un imprenditore e rimessa a nuovo.
Nessuno nemmeno il venditore garentisce che sia stata veramente la macchina del Beato padre Pio.
Inoltre dai filmati dell'epoca nessuno l'ha mai visto su una macchina del genere.
Ma in un umilissima utilitaria.
quindi come al solito la solita speculazione e tanta pubblicit? gratis.
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| Benvenuti su TeleSmunto!!! |
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Inviato da: Telesmunto - 21-10-2007, 07:18 PM - Forum: OFF-TOPIC
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Carissimi visitatori di Catenenuova Forum . E' nata una nuova webtv nazionale dove inseriremo eventi sportivi, politici religiosi, musicali e di qualsiasi altro genere.
Contattatemi e le nostre telecamere saranno da voi!!! per il momento ricopriamo solo il sud italia
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ciao a presto
By Luigiman
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| qualcuno che parla di lavoro..... |
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Inviato da: SilvioPassalacqua - 19-10-2007, 06:50 PM - Forum: Mi piacerebbe vedere...
- Nessuna risposta
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Qualcuno che parla di lavoro in ogni sua forma esiste ancora ?
Dite la vostra sul lavoro che manca e sulle persone che nemmeno si sforzano di creare i presupposti per rendere facile a noi giovani l'ingresso nel mondo del lavoro.
Parlate se volete dei modelli di precarizzazione imposti dalla ormai mestierante classe politica.
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